MACOMER. Non accennano ad attenuarsi le proteste contro quella che appare come una nuova spinta decisiva impressa dalla Giunta Regionale guidata da Francesco Pigliaru per la realizzazione del Nuovo Impianto di Incenerimento dei Rifiuti di Tossilo : Sabato mattina, alle 10.30 di fronte ai cancelli dell'impianto di trattamento rifiuti di Macomer, si terrà l'ennesima manifestazione organizzata dagli oppositori del Progetto ( questa volta l'iniziativa è del gruppo indipendentista Liberu e dell'Associazione Temporanea d'Idee 14 Dicembre) e che ha già raccolto numerose adesioni da tutta la Provincia.
Si tratta, è proprio il caso di dirlo, di una lotta che sembra non vedere mai una conclusione, colma di colpi di scena e di ribaltamenti improvvisi che, per essere compresi fino in fondo, avrebbero necessità di una retrocessione prudente dal terreno della logica.
A guardarla da vicino, la vicenda dell'Inceneritore di Tossilo può infatti far uscire di senno chiunque cerchi di seguire il filo del ragionamento razionale: mettendo da parte (non per una questione di importanza, ovviamente) il contrastato tema delle ripercussioni sulla Salute Pubblica dell'attività di incenerimento e quello, seppur fondamentale ed imprescindibile, del sistema dei controlli che dovrebbero assicurare la regolarità e la sostenibilità di tutto ciò che viene immesso nell'ambiente a fine processo (le emissioni in atmosfera, gli scarichi dei residui nelle acque del Rio Orovò e i Fanghi utilizzati in Agricoltura) e che purtroppo, nel passato recente, ha dimostrato avere molte falle ( ricordiamo che, nel corso della nostra inchiesta sull'Inceneritore pubblicata tra Settembre e Ottobre del 2015, avevamo accertato che l'Arpas non ha mai effettuato controlli sulle acque in uscita dal Depuratore Consortile di Tossilo per verificare la presenza o meno di Diossina e Furani e che gli stessi Fanghi usati poi nei terreni agricoli della Sardegna vengono vagliati solo attraverso autocontrollo dallo stesso Consorzio che li produce), prendiamo in considerazione solo i dati relativi alle Tonnellate di Rifiuto che sono la “materia prima” senza la quale il sistema non gira.
Perché? Perché il Progetto per il Nuovo Impianto che il Consorzio Industriale in Liquidazione di Macomer vuole costruire ha necessità di 60 mila Tonnellate di Rifiuto all'anno per funzionare a regime.
Peccato che tra le ragioni del collasso recente della Tossilo S.p.A., società che gestisce l'Inceneritore e che a Febbraio di quest'anno ha fermato i forni per evitare il fallimento visti gli oltre 600 Mila Euro di passivo d'esercizio, vi sia proprio il crollo delle Tonnellate di Rifiuto conferite.
A dare la misura della continua ed inarrestabile diminuzione dei rifiuti conferiti è stessa Tossilo S.p.A., che nella Relazione al Bilancio 2015 snocciola questi dati:
- nel 2012 sono state conferite 32.937 Tonnellate;
- nel 2013 sono state conferite 30.834 Tonnellate;
- nel 2014 sono state conferite 27.863 Tonnellate;
- nel 2015 sono state conferite 25.536 Tonnellate.
Una diminuzione che va di pari passo con l'aumento della raccolta differenziata, che consente di recuperare in quantità sempre maggiore i materiali valorizzabili.
La Tossilo S.p.A., per tentare di ovviare al crollo dei conferimenti, lo scorso anno aveva raggiunto un accordo con la società che gestisce l'impianto di Rifiuti di Arborea, l'Impresa Intercantieri Vittadello S.p.A. , per il conferimento presso l'Impianto di Macomer di 6.000 Tonnellate all'anno di sovvallo combustibile nel corso del 2015.
Appare sotto gli occhi di tutti che, pur sommando le tonnellate di rifiuti provenienti da Oristano, nel 2015 si sarebbero avuti a disposizione solo 31.536 Tonnellate di Prodotto da trattare: la metà di quello che servirebbe al nuovo impianto per funzionare degnamente.
La domanda sorge spontanea: qual è la logica di questo grosso investimento? dove si recupereranno quelle 30 mila tonnellate all'anno in più di rifiuto da bruciare nell'inceneritore?
E perché si dovrebbero utilizzare quasi 50 Milioni di Euro di Risorse Pubbliche per rispondere ad un fabbisogno reale che equivale a meno della metà di quello che si vorrebbe soddisfare e che ha un trend in costante decrescita?
E perché la Giunta Regionale della Sardegna ci tiene tanto ed è disposta a cancellare i progetti sul Sassarese pur di rifinanziare l'Inceneritore Macomerese? E perché continua a tacere sul tema, non dicendo in modo chiaro e “politicamente responsabile” quali sono le sue intenzioni sugli interventi per rilanciare il territorio? Qual è il Piano insomma?
Mistero.
Anche questa volta, al netto di tutto (oppositori, sostenitori, politiche di sviluppo, politiche di incenerimento, dogmatismo, clientelismo e chi più ne ha più ne metta), dei soldini che arrivano nel territorio del Marghine non si capisce in modo chiaro quale sia lo scopo ultimo e chi o cosa, alla fine della partita, ne avrà davvero giovamento.