Cinquant'anni fa la legge a favore del divorzio diventava realtà .
La possibilità di divorziare, per le famiglie italiane ha significato porre fine a un tabù. E' stato il simbolo della libertà di tutte quelle donne costrette a subire l'autorità maschile. Duro colpo per gli ambienti cattolici conservatori, che credevano (e purtroppo credono ancora) nel matrimonio come scelta di vita, unica e indissolubile. Da sacramento a status di "ottimo cittadino". All'epoca si osservavano le mani: gli uomini con l'anello al dito erano seri e rispettabili, le donne sposate rassicuranti. Al contrario, però, un uomo senza fede al dito "sta ancora cercando la donna che fa al caso suo e deve sperimentare" mentre una donna non sposata era una "zitella".
Sono proprio le donne quelle che hanno sempre dovuto sempre pagare cara la propria libertà , dai termini che le venivano affibbiati oltre che dalle scelte e dalle azioni degli altri, degli uomini. La società patriarcale le ha spesso considerate oggetti, da esporre, sposare, cui far sfornare figli. Certamente qualcosa si è mosso dopo il 1 dicembre 1970 ma oggi, cinquant'anni dopo se tiriamo le somme ci rendiamo conto che non è bastato. La libertà tanto agognata per tutti gli anni '70 ha dato nuova linfa a molte donne, la carica giusta per rialzarsi, farsi valere, esercitare il potere femminile, quello che la Madre Terra sprigiona attraverso le donne e la verve femminile. L'uguaglianza di genere è un tema ancora scottante, le donne restano spesso ingabbiate nel "potere" maschile. A volte hanno paura e stringono i denti in nome di un amore che, nella loro storia, non esiste ma che non hanno ancora il coraggio di lasciare. E invece le donne sono esseri coraggiosi, dotate di una luce speciale che le rende uniche ma non ancora tutte se ne sono accorte.
Dopo il divorzio è arrivato l'aborto, la lotta allo stalking e alla violenza ma queste rimangono "solo" leggi giuridiche, abbiamo bisogno, invece, di educazione, rispetto, diritti veri e soprattutto abbattimento totale del patriarcato.
Chissà cosa diremo tra altri cinquant'anni.