Disoccupazione: in Italia a gennaio non cala.
Ma nello stesso tempo neppure aumenta, rispetto all’estate e all’autunno scorsi. Si ferma all’11,5%, dato ormai stabile da agosto. Rispetto a gennaio del 2015, però, il fardello è alleggerito di uno 0,7% in meno: sembrano spiccioli ma non lo sono. E per una ragione semplice: rispetto a dicembre del 2015, e a dispetto degli sgravi contributivi tagliati al 40%, c’è un incremento dello 0,3% con 70.000 occupati in più, che diventano 299.000 rispetto al gennaio dello scorso anno (e quindi, parlando col linguaggio del doppio zero barrato, +1,3%).
Tuttavia questi dati che fanno sorridere sono in parte offuscati da quelli relativi all’occupazione giovanile, che anzi, stando ai numeri, nella fascia compresa tra i 15 e i 24 anni di età subisce il duro colpo di un decremento al 39,9% (il più forte da ottobre scorso). No, la buona novella di inizio anno ha a che fare, semmai, con lo stato dell’occupazione dei quaranta-cinquantenni. Tecnicamente, guardando nel complesso, non si parla sempre di impiegati a tutti gli effetti, quanto di non inattivi.
Calcolando sempre su base annua, i numeri dicono che attualmente sono in circolazione ben 242.000 nulla- o pocofacenti “ maturi” in meno. Il che significa, riepilogando in un click statistico, -1,7%. Nel comparto dei dipendenti fissi, poi, c’è una marea di unità operative nuove: 426.000 lavoratori in più, altra eredità proficua del 2015.