"Ignorare i diritti di un gruppo di persone per la loro fede, razza o colore è rifiutare la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Chiunque abbia a cuore i diritti internazionali basilari dell’uomo dovrebbe capire che chiudere i confini, impedire ad alcuni gruppi etnici di entrare in uno stato o in un’unione di stati è ritornare a una forma estrema di nazionalismo è una violazione delle leggi internazionali, è disumano e diffonde odio, animosità e pericolo sul nostro pianeta. Noi ci schieriamo uniti come cittadini del mondo contro un regresso al nazionalismo".
Con queste parole diverse organizzazioni sociali si erano date appuntamento per oggi pomeriggio a Bologna per un presidio contro le politiche migratorie che il Presdidente Usa Dolad Trump ha messo in atto non appena si è insediato alla Casa Bianca. World Citizens against Nationalism (No Ban No Wall): questo il nome scelto per la manifestazione.
Al presidio, organizzato dal centro sociale Teatro Polivalente Occupato (Tpo), dal Là bas e da esponenti di Coalizione Civica, la lista di sinistra presentatasi autonomamente alle ultime amministrative, hanno partecipato diversi studenti di varie nazionalità . In particolare l'obiettivo è la congtrarietà al Muslim Ban e alla costruzione del muro tra Stati Uniti e Messico.
Siamo contro tutte le norme di restrizione alla libertà - ha detto Farhad Mashkour, studente iraniano -. Il rischio è di andare nella direzione opposta alla globalizzazione". Detjon Begaj, consigliere di Coalizine Civica al quartiere Santo Stefano contesta anche le scelte dell'Europa affermando: "Il provvedimento di Trump non è in realtà peggiore da quanto attuato dall'Ue in questi anni e si tratta di politiche che finiscono per legarsi anche all'istituzione dei Cie, che noi contesteremo sempre".