È sempre stato irresponsabile, folle, eccentrico e adrenalinico.
Ha sempre dimostrato ventuno anni e forse, per ingenuità, anche qualcosa in meno.
Ma a questi livelli non era mai arrivato.
Marc Marquez, sul Circuito di Austin, ha lasciato un segno indelebile e ha compiuto l’impresa più bella e assurda della storia della MotoGp.
All’inizio delle qualifiche, è sceso in pista e, tanto per iniziare a giocare come piace a lui, ha lanciato un tempo da 2.02:700.
Mancavano due minuti alla conclusione delle qualifiche.
Di colpo, si ferma la Repsol Honda: guasto.
Marc Marquez scende inferocito, con una freddezza e una lucidità e una grinta invidiabili (o forse con nulla di tutto questo, tanto rapido e impulsivo è stato il gesto), scavalca il muretto, corre ai box in modo forsennato, si mette in sella alla Repsol Honda di riserva e, per questione di cinque secondi di numero, riesce a non prendere la bandiera a scacchi e a compiere l’ultimo giro.
E che giro!
Un giro stratosferico, come non se n’è mai visto ad Austin.
Un giro che vale 2:02.130.
Un giro in cui si è mangiato l’asfalto ed ingoiato il rettilineo, evitando le curve, volando sui cordoli, polverizzando i decimi, i millesimi, gli avversari e snobbando le statistiche.
Ed è Pole Position per lui, il quale, come fosse la cosa più naturale del mondo, a fine gara dichiara di “essersi divertito perché tutto era al limite”.
L’uomo dei record.
L’alieno della velocità.
Dietro di lui si piazza Andrea Dovizioso, che, su una Ducati Ufficiale prestante e velocissima, ha fermato il tempo a 2.02:474, promettendo una gara dagli ottimi spunti e dall’alta competitività, ora che finalmente l’italianissima Ducati è tornata a battagliare in campionato.
Terzo tempo per Jorge Lorenzo (a sessantasei millesimi di distacco da Dovizioso) e quarto tempo per Valentino Rossi (non brillante ad Austin, ma reduce della bellissima vittoria in Qatar).
Seguono Crutchlow e Redding in quinta e sesta posizione, davanti a Iannone e ai due fratelli Espargaro.
Decimo chiude Smith.
Qualifiche da togliere il respiro, che anticipano una domenica di tutto rispetto e di duelli e sorpassi e carenate da immaginare e già tremare.